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Map of Navarino Navarino (Pilo) (e Calamata)  

Date più importanti:
1204 Nella ripartizione dell'Impero Bizantino tra i capi della Quarta Crociata Navarino è assegnata al cavaliere Franco Goffredo di Villehardouin
1500 Il Sultano Bayazet II invade il Peloponneso e conquista Navarino
1686 La guarnigione ottomana si arrende ai Veneziani guidati da Francesco Morosini
1714 I Veneziani si ritirano da Navarino

L'attuale nome di Navarino è Pilo (Pylos) in memoria del saggio re Nestore che prese parte alla caccia al cinghiale di Calidonia, una impresa alla quale parteciparono tutti i principi ed eroi greci, che precedè di poco la guerra di Troia alla quale pure Nestore prese parte. Navarino è famosa per la battaglia navale che vi ebbe luogo il 20 Ottobre 1827 tra la flotta delle Grandi Potenze (Francia, Inghilterra e Russia) che appoggiavano la lotta per l'indipendenza della Grecia e la flotta egiziana di Ibrahim Pasha che era accorso in aiuto del Sultano: dato che non vi era uno stato di guerra tra le tre potenze e l'Impero Ottomano la battaglia fu il risultato di un incidente: le sue conseguenze furono magnificate dalla storiografia occidentale ma non ebbero un effetto decisivo sulle sorti del conflitto.
Un altro nome con il quale Navarino era nota era il Zonchio, che era il nome dato dai cartografi veneziani ad un capo tra la cittadina e Modon.

Monument to the Admirals
Monumento agli Ammiragli

Nella piazza principale di Navarino è stato eretto un monumento ai tre ammiragli (de Rigny, Codrington and Geiden) che sconfissero Ibrahim e lo costrinsero a lasciare la fortezza nel Settembre del 1828. Ai piedi del piccolo monumento sono stati messi due cannoni; uno è ottomano: l'altro, poichè non ne è stato trovato uno delle potenze alleate, è veneziano. Essi ricordano il grande ruolo dell'artiglieria nelle guerre del Levante. Nel 1453 la caduta di Costantinopoli mostrò che gli Ottomani avevano sviluppato una potenza di fuoco ignota in Europa occidentale. Sotto Solimano I il Magnifico essi erano in grado di fondere cannoni di grandi dimensioni sul luogo stesso della battaglia (o piuttosto dell'assedio). I Veneziani a loro volta svilupparono una importante rete di fonderie nelle valli vicino a Bergamo e Brescia, creando le basi di una industria che ancora oggi le caratterizza.

The old fortress
Rovine della fortezza vecchia e lo stretto passaggio che di fronte ad esse consente l'accesso da settentrione alla baia di Navarino

La baia di Navarino è il più ampio porto naturale del Peloponneso ed è chiusa da una lunga e stretta isola (Sfacteria), parallela alla costa: un monumento vi ricorda il patriota italiano Santorre di Santarosa che vi morì nel 1825. All'ingresso settentrionale della baia i Franchi costruirono sull'acropoli della città antica una piccola fortezza che perse d'importanza nel 1573 quando, due anni dopo la disfatta subita a Lepanto, gli Ottomani costruirono una nuova fortezza (Neokastro) all'ingresso meridionale della baia.

The southern entrance to the bay
Ingresso meridionale alla baia visto dal Neokastro; sullo sfondo parte dell'isola di Sfacteria

Inizialmente gli Ottomani si limitarono a costruire sul mare due piccoli bastioni per piazzarvi batterie di cannoni; successivamente questi bastioni entrarono a far parte di una più vasta fortezza costruita sulla collina retrostante. Lunghe mura collegano la sommità delle fortificazioni con i bastioni a mare.

The bay of Navarino: the red line marks the northern entrance
Baia di Navarino vista dal Neokastro: la linea rossa indica l'ingresso settentrionale alla baia

L'area interna è molto vasta e conserva diversi edifici: gli Ottomani costruirono una grande moschea (oggi una chiesa) che aveva un minareto: come molti altri edifici religiosi della Morea fu luogo di culto ora Cristiano (nei riti Cattolico e Ortodosso) ora Musulmano, a seconda dell'occupante della fortezza. In aggiunta al ritorno dei Veneziani (1686-1714), nel 1770 furono i Russi ad impadronirsi di Navarino per pochi mesi; i Greci la tennero dal 1821 al 1825 quando la riconquistò Ibrahim Pasha.

The citadel
La cittadella

Durante la loro occupazione i Veneziani rafforzarono la cittadella all'interno della fortezza, allargandone le mura con nuovi bastioni ai quali si poteva accedere anche attraverso un piano inclinato: nonostante il forte impegno economico sostenuto per rendere imprendibile Navarino nel 1714 i Veneziani preferirono concentrare le loro truppe a Modon ed abbandonarono la cittadina.

Turkish, Greek and Italian graffiti
Graffiti Ottomani, greci ed italiani

La vita in una fortezza nell'attesa del nemico può essere piuttosto frustrante: spesso i componenti la guarnigione avevano l'impressione di sprecare la propria vita. Questo sentimento deve esere stato comune a tutti gli occupanti della fortezza visto che le mura sono piene di graffiti con i nomi di soldati turchi, greci ed italiani (questi ultimi occuparono Navarino durante la seconda guerra mondiale).

Calamata (Kalamata)

Date più importanti:
1204 Nella ripartizione dell'Impero Bizantino tra i capi della Quarta Crociata Calamata è assegnata al cavaliere Franco Goffredo di Villehardouin
1500 Il Sultano Bayazet II invade il Peloponneso e conquista Calamata
1685 La guarnigione ottomana si arrende ai Veneziani guidati da Francesco Morosini
1714 I Veneziani si ritirano da Calamata

The fortress of Calamata
La fortezza di Calamata

Nel 1986 Kalamata, una fiorente città nota per le sue olive a punta, fu colpita da un forte terremoto che causò almeno 120 vittime. Il castello costruito dai Villehardouin nel 1208 ebbe solo danni minori dimostrando che le tecniche costruttive del passato sono spesso più affidabili delle moderne. Fino a pochi anni fa l'area era utilizzata dall'esercito greco e l'accesso non era consentito: oggi è un parco pubblico.

Entrances
(a sinistra) Torre d'ingresso delle mura più esterne; (a destra) ingresso alla parte più antica

Il castello originale fu ingrandito sul suo lato meridionale; benchè questa parte appaia più solida delle vecchie mura medievali, tuttavia essa non è stata adeguata alle necessità create dallo sviluppo dell'artiglieria. I Veneziani furono poco interessati a questa città prevalentemente agricola e priva di un buon porto e si limitarono a rafforzare l'accesso alla fortezza e ad apporre un Leone di S. Marco (oggi quasi completamente scomparso) sopra il portone. Altrettanto fecero all'ingresso al ridotto interno.

A Venetian style portal and Agia Apostouli
Un portale di stile veneziano e la chiesa di Aghii Apostoli

Ai piedi della fortezza alcune vecchie chiesette hanno anch'esse resistito al terremoto: una di queste riveste un ruolo importante nella storia della Grecia moderna: da qui (e da Patrasso) fu lanciato l'ordine di insurrezione del Peloponneso nel Marzo 1821. La chiesa bizantina era costituita da una minuscola cappella (parte destra dell'edificio) alla quale durante la dominazione veneziana furono aggiunte una sala più capiente (parte a sinistra) ed un piccolo campanile.

Messenian Gulf
Il Golfo Messenico visto dalla fortezza di Calamata: a sinistra
la penisola di Maina e a destra quella di Corone

Estratto da Memorie Istoriografiche del Regno della Morea Riacquistato dall'armi della Sereniss. Repubblica di Venezia stampato a Venezia nel 1692:

Zunchio over Navarino

Zunchio chiamato da Tolomeo Pylus, da Stefano Coryphasium, e Navarino lungi da Coron dieci miglia sopra erta eminenza alza i proprij edificij con porto a piedi capace di due mille Vele, alle di cui destre spiaggie giace al presente il nuovo Navarino. E Fortezza l'antico Navarino, onde oggetto d'insidie nemiche, non una sol volta variò l'insegne.
Nel 1498 ch'ubbediva alla Republica sostenne un gran assalto da Turchi, che non riscontrando questi quella facilità di trionfo, che prefigeansi, si ritirorno per sorprenderla ad' altra occasione; non corse molto che gli riuscì; perchè impadronitisi di Modon, quei di Zunco a s'arresero alla sol loro comparsa; b Fù nulla di meno in breve racquistata da Veneti per opra d'un tal Demetrio da Modon, che con un suo amico Albanese eseguì il concerto di tagliar nell'aprir delle Porte la Guarniggione Turca; c ostinati nonostante gl'Ottomani nel volerla novamente sua, la vistorno per Terra con grosso numero di Cavalli, e per Mare con quattordeci Galee, e cinque Fuste condotte da un Turco Gamalt. Erano già destinate alla guardia di quel porto trè Galere della Republica, ne riflettendo i Custodi ch'il Nemico vicino havrebbe vegliato all'opportunità di ritornarne ben presto al possesso; negligenti, e spensierati da dubij d'attacco, lasciorno penetrarvi il Comandante Maumetano: questo con tutta franchezza si fece Padrone, e quelli, che lo patrocinavano costernati, ed avviliti, gettandosi a precipitio in picciole barchette, trovorno la propria salvezza sopra cinque Galere grosse, che venute da Baruti col carico di mercanzie, haveano in quel punto tratte l'ancore in vista al Porto, che pure intimorite per lo strano caso, si diedero repentinamente alla fuga; gl'habitanti di Zunchio infelici spettatori di tal disaventura, sentendo assalirsi per terra, conobbero espediente il rendersi al Nemico.
Ma giunto l'Anno 1686, tempo a Barbari fatale in cui a fasci và la Republica raccogliendo co suoi eserciti i trionfali allori sotto la felice condotta del Eccel. Sign. Cav. Proc. Francesco Morosini s'arese il vecchio Navarino alla sola comparsa della Veneta armata che numerosa di 200 velle intimorì di maniera il Turco presidio, che si risolse di subito consegnare a S. E. le chiavi di si importante piazza, da cui uscirono 400 huomini frà quali 100, e più abili all'Armi, bastevoli alla sua giusta difesa mentre costituita in sito forte, eminente, e grebanoso, e non potendo esser attaccata che da una sola parte da se stessa si difendea. Furonvi dentro ritrovati 43 pezzi di Cannone di bronzo con molt'armi e monitioni tanto da vivere come da guerra; così in pochi momenti senza spargimento di sangue s'Impadronirono i Veneti d'un gran forte così considerabile piantando sù le mura infedeli le cattoliche insegne; ma non essendo di minor importanza la piazza reale del nuovo Navarino superate dalla prudenza del Capitan Generale tutte quelle difficoltà che vi si fraponevano fece piantare li 8 Giugno un rigoroso assedio, e prima rotto il Seraschier che con 10000 huomini annelava al soccorso, fugate al solo lampo delle Venete spade tutte le sue squadre, conoscendo gl'Assediati l'impossibilità di resistere a tanto valore s'arresero, e consegnate le chiavi della piazza uscirono al numero di 3000, e più persone frà quali 1000, valevoli all'armi e furono conforme il patuito fedelmente scortati in Alessandria. Così nel breve giro di 14 giorni si viddero tributarie all'Adriatico Leone due importantissime piazze ed'in particolare quella del nuovo Navarino per l'ampio suo porto capace d'ogni grand'armata; soliti effetti della divina bontà, che mirando con sguardo pietoso la Veneta Republica, ch'in tanti secoli ha profuso tesori , ed'ha sparso fiumi di sangue per difesa della fede, ben gli da sicura speranza di più felici progressi, per i quali n'anderà glorioso per tutta l'eternità il suo nome.

Calamata

Alle ripe dal lato sinistro del Fiume Spirnazza, detto da Strabone Pamissus, da Tolomeo Panissus, da Nigro Stronio, e da Giovio Tifoo, s'estende su le coste d'un Colle in gran spatio CALAMATA, detta in Baudrand THELAME, THERAMME, THURIA e ABIA da una Femina così detta già nodrice d'Helle figlio d'Ercole, luogo aperto alla Provincia di Belvedere assai copioso di Gente, al qual sebene manca il recinto, che possa sottrarsi da contrasti nemici, ha nulladimeno in eminenza la custodia d'un Castello di ben forte, e regolata struttura, ch'affida que' Popoli di sicuro ricovero in caso di sinistra incursione. E in qualche distanza da Coron, ma non dalle spiaggie del Golfo, che come di Coron, così pure di Calamata s'appella, Presidiato da buon numero de Turchi, vietava nel 1659 à sei mille Mainoti di Rito Greco l'esecutione di scuotere il Barbaro giogo, alche applicavano, affine d'appagare coll'offerirsi al Capitan Generale Morosini la singolar, e costante devotione, qual mai sempre nudrirono verso la Republica; onde abbracciata dal Capitan Generale la loro generosa propensione, per evitare una tal difficoltà, comandò lo sbarco di proportionate militie sotto il Cavaliere di Germoville, che s'avanzorono all'attacco di quel Castello; per apprestar soccorso marchiavano in quel mentre in grossa partita i Turchi, ch'investiti da Georgio Cornaro, riuscì anco al medemo disordinarli in guisa, ch'entravano framischiati cogl'aggressori nel luogo: il che apportando à Castellani timore, si diedero questi a repentina fuga; onde ne riportorno la vittoria, prima di combatterlo i Veneti, quali ritrovandovi dentro abbondanza di viveri, si valsero con ben provisionarsi, e incendiato il rimanente con buona parte del Paese, intrapresero la partenza, dopo la quale ritornorno ad'habitarvi li Turchi.
Fù novamente conquistata il giorno dell'esaltatione della santissima Croce del 1685 dall'Armi della Serenissima Republica comandate dal valore, e prudenza dello stesso Morosini Capitan Generale da Mar, datane da sua Eccellenza la direzione al Baron General Degenfeld, e che poi la fece demolire.

Introductory page on the Venetian Fortresses

Map of the fortresses Corfu Butrinto Dodoni Ioanina Parga Paxi Preveza Nikopolis Vonizza Santamaura/Lefkada Asso Itaca Patrasso, Castel di Rumelia, Castel di Morea Lepanto Cefalonia Zante Navarino Calamata Castel Tornese and Glarenza Modon Corone Mistrà Malvasia Castelrosso Schiatto Scopello Alonisso Negroponte Oreo Corinto Egina Atene Hadrian's Athens Napoli di Romania/Nafplio Argo Cerigo/Kythira Tinos Micono Milo Nasso Candia/Creta Fortresses of Maina Lemno Stampalia Scio Schiro Andro Spezzia Imbro Tenedo Patmo Lero Calimno Metelino Metimno Cunda Candarli Fochies Cismes Argentiera Sifno Serifo Paris Antiparis Siro Rhodes Coo Castel S. Pietro Lindos Nissiros Symi Castelrosso (Kastelorizo) The Asklepeion of Kos Santorino Folegandros Afrodisias Ephesus Kale Sultanieh Kilitbahir Pergamum Sardis Seddulbahir Roman Smyrna Delphi default - Corfù
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You may refresh your knowledge of the history of Venice in the Levant by reading an abstract from the History of Venice by Thomas Salmon, published in 1754. The Italian text is accompanied by an English summary.