Schiatto (Skiathos)
Date più importanti:
1204: l'impero Bizantino viene diviso tra i capi della Quarta Crociata dopo la conquista
di Costantinopoli, ma le piccole isole dell'Egeo (Schiatto inclusa)
cadono rapidamente direttamente o indirettamente nelle mani di Venezia: Schiatto fu governata
dai Ghisi, famiglia di mercanti veneziani.
1276: l'isola ritorna sotto la sovranità spesso solo nominale del ricostituito Impero Bizantino
1453: i Turchi conquistano Costantinopoli: gli abitanti di Schiatto invocano la protezione veneziana.
1470: i Turchi conquistano Negroponte mentre la flotta veneziana
è all'ancora a Schiatto.
1538: il corsaro Khayr al Din Barbarossa, ammiraglio della flotta turca, si impadronisce di Schiatto.
1660: l'ammiraglio Francesco Morosini occupa per breve tempo l'isola.
Vedute del "bourtzi" (Castel da mare) dell'odierna Schiatto
Oggi Schiatto è una delle più celebri località balneari della Grecia, in virtù in particolare
delle sue spiagge sulla costa meridionale. I dodici chilometri circa tra il capoluogo dell'isola e
la spiaggia di Koukounaries sono affollati da turisti che alimentano un numero incredibile
di pubs, discoteche, fast foods, perfino ristoranti indiani, dando a questa parte
dell'isola un aspetto assai poco greco.
La cittadina di Schiatto è relativamente moderna perchè fino al 1821 gli abitanti si concentraavano
in una fortezza su di un promontorio nella costa settentrionale; questa fu successivamente abbandonata
in favore dell'attuale sito al centro di una baia che aveva sempre costituito il porto naturale
dell'isola e che era protetta da una piccola fortificazione, probabilmente costruita dai Ghisi. Al pari
di altre simili fortezze a protezione di porti essa è chiamata bourtzi (vedi il bourtzi
di Napoli di Romania).
Monastero di Evangelistria
La strada che porta all'antica capitale dell'isola è in pessime condizioni. La parte
asfaltata termina al monastero di Evangelistria, un sito fortificato dal quale si vedono sia la costa meridionale che quella
settentrionale.
La chiesa ed il suo altare
La chiesa all'interno del monastero conserva sul proprio altare la prima bandiera della
Grecia moderna, una croce bianca su sfondo azzurro. Sopra la bandiera vi è una Bibbia tra due scimitarre, una associazione tra
simboli
religiosi e di guerra che sembra non passare mai di moda. La bandiera fu issata per la prima volta nel 1807
durante una fallita rivolta contro il dominio turco.
La bandiera fu successivamente modificata seguendo il modello di quella americana con l'aggiunta
di nove strisce orizzontali bianche e blu: un riferimento alle prime nove sillabe
"Se gnoriso apo tin kopsi (ti conoscemmo dal tempo antico)" dell'inno nazionale greco
"Inno alla libertà (Elephteria)", scritto da Dionysios Solomos,
un poeta di Zante, che conobbe e lavorò con Ugo Foscolo.
La vecchia capitale di Schiatto
La vecchia capitale dell'isola era situata su un isolato promontorio. Alte scogliere
ne consentivano l'accesso (peraltro assai malagevole) solo per via di terra.
Le rovine di Schiatto Vecchia e al di là di esse il braccio di mare che separa l'isola
dalla costa della Tessaglia
Tre chiesette e una costruzione che serviva da moschea alla guarnigione turca sono rimaste
in piedi. Per il resto la disposizione di alcuni bassi muretti e tracce di pavimenti
danno una idea delle strette e tortuose stradine dell'abitato. Da qui i Veneziani controllavano
il canale tra l'isola ed il continente, nella fattispecie la Tessaglia con l'importante porto
di Volo. Un cannone (che si può vedere nell'immagine utilizzata come sfondo per questa pagina)
segna la posizione di una piccola fortezza sulla cima del promontorio.
L'accesso a Schiatto Vecchia e la desolata costa settentrionale dell'isola
Un ponte levatoio protetto da due torri costituiva l'unico accesso a Schiatto Vecchia.
Mentre la costa meridionale è piena di vita, quella vicino a Schiatto Vecchia è desolata e scabra. La fortezza
era ritenuta imprendibile. Nel 1660 tuttavia, l'ammiraglio Francesco Morosini, responsabile
della difesa di Candia, assediata dai Turchi,
lanciò una offensiva contro le isole dell'Egeo che si rifutavano di pagare
un tributo alla Serenissima e poichè Schiatto si rifiutò di pagare la attaccò e se ne
impadronì, razziandola.
Introductory page on the Venetian Fortresses
In the Ionian Islands:
Corfù (Kerkyra)
Santa Maura (Lefkadas)
Cefalonia (Kephallonia)
Asso (Assos)
Zante (Zachintos)
Cerigo (Kythera)
In the Greek mainland:
Parga
Preveza and Azio (Aktion)
Vonizza (Vonitsa)
Lepanto (Nafpaktos)
Atene (Athens)
In Morea:
Castel di Morea (Rio), Castel di Rumelia (Antirio) and Patrasso (Patra)
Castel Tornese (Hlemoutsi) and Glarenza
Navarino (Pilo) and Calamata
Modon (Methoni) and Corone (Koroni)
Braccio di Maina, Zarnata, Passavà and Chielefà
Mistrà
Corinto (Korinthos)
Argo (Argos)
Napoli di Romania (Nafplio)
Malvasia (Monemvassia)
In the Aegean Sea:
Negroponte (Chalki)
Castelrosso (Karistos)
Oreo
Kimi
Scopello (Skopelos)
Alonisso
Schiro (Skyros)
Andro (Andros)
Tino (Tinos)
Egina (Aegina)
Spezzia (Spetse)
Nasso (Naxos)
Milo (Milos)
Stampalia (Astipalea)
Scio (Chios)
Lemno (Limnos)
Candia (Kriti)
You may refresh your knowledge of the history of Venice in the Levant by reading an abstract from
the History of Venice by Thomas Salmon, published in 1754. The Italian text is accompanied by an English summary.
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