Porto Lione
Porto Lione cosi detto da un leone di Marmo di piedi dieci d'altezza, posto sù le rive
del di lui fondo, chiamato dalli Greci moderni Porto Draco: da Cicerone, e Strabone Piraus Portus,
detto anche Athenarus Portus è situato alle sponde Settentrionali del Golfo d'Engia.
L'ingresso di questo Porto è assai streto, perchè sopra vi ponno passare due Galere assieme; il di dentro
però è di bonissimo fondo, eccettuata una picciola parte, che forma quasi un seno, che pare fosse destinato
per Darsena per alloggiare Galere: e capacissimo di quantità di Navigli, e Pli: lib.7 cap. 37, scrive, che conteneva
mille Vascelli, e Strabone 400 e il Portolano del Mediterraneo in folio lo mette capace di 500, dandoli
dieci braccia di fondo. Spon però accreditato Auttore dice, che li nostri Navigli, essendo maggiori di quelli
degl'Antichi, non sarebbero ricevuti di quaranta, ò cinquanta al più.
Il maggiore comercio, che in questo Porto si fa, è il carico di Valonia, e lana di Capra.
Avanti, che Temistocle fosse Principe degl'Ateniesi non era questo il ricetto delle loro Navi, ma il porto
Falero, percioche quivi, il mare era pochissimo lontano dalla Città d'Atene, e però quest'era la stanza
delle Navi loro; e di quì dicono essersi partito Menesteo per andare a Troia colle Navi, e prima di lui
Teseo, quando andò per pagare la pena a Minoe della morte d'Androgeo; mà poiche Temistocle
fù Prencipe, parendogli ch'il Pireo fosse più comodo à Naviganti, e c'havesse tre Porti, in vece di quell'uno
del Falero edificò questo per ricetto delle Navi loro, e l'unì con muraglie lunghe trè miglia
continuate alla Città d'Atene, che si chiamavano Macrateichi, distrutte da Sylla, de quali tutta via
appariscono parte delle sue vestiggie. Al maggior porto del Pireo altre volte si vedeva il Sepolcro
di Temistocle; il luogo dedicato à Pallade, e à Giove; una loggia lunga dove si faceva la Piazza di coloro
ch'abitavano vicino al Mare, con molt'altre antichità, come si può leggere in Pausania.
Atene
Atene, chè Città antichissima della Grecia con titolo d'Archiepiscopale, e metropoli dell'Attica,
giace non lungi dalle spiaggie del Golfo d'Engia, parte del Mar Ionio, edificata dal Rè Cecrope,
che Cecropia la disse, e accresciuta in perfezione dal Rè Teseo, che l'aggrandì, obligando tutti
gl'Abitanti della Campagna à popolarla; Cecropia precisamente chiamasi la sua Cittadella,
alla quale dopo fu dato anch'il nome d'Acropolis: Questa è eretta sopra vivo sasso, ovunque
inacessibile, detratrone dalla parte d'Occidente, per dove envi l'ingresso: Da levante, e
mezzo giorno le muraglie formano la facciata d'un quadro; l'altre due accomodandosi alla
base formatagli dal medemo sasso, non riescono del tutto regolari, il circuito consiste in mille,
e duecento passi, al basso della Collina si scuoprono i vestigij d'alta muraglia, che girando
un tempo le radici della medema, tanto più rendeano difficultoso l'accesso. Li Soldati della
Guarniggione sono semplici paghe morte, che colle loro famiglie vivono anco in grembo
alla pace, gelosi di guerra, causa degl'insulti, a quali sogliono soggiacere, frequentemente inferitigli
da Corsari. E fraposta detta Cittadella quasi in egual distanza a due eminenze, una a Sud Ovest
detta Museum, chè della medema altezza della Cittadella in distanza d'un tiro di falconetto;
l'altra è il monte Achesmus impratticabile per il trasporto del cannone a fine di battere la Città, e
Cittadella; oltre che sopra di questa non evvi altra pianura; ch'una punta, sù la qual'è fabricata
la capella d'Agios Giorgios, ov'altre volte era statua di Giove, al Settentrione della Cittadella è posta
la Città, da quale in si fatta maniera vien coperta dalla parte del Mare, ch'a Naviganti sembra non esservi
altre Case, che quelle della Cittadella; perrciò molti, quali non hanno havuto curiosità di sbarcare
in terra, si sono persuasi esser tutta la grandezza d'Atene ristretta nel Castello; la situatione
della Città è molto vantaggiosa alla salute degl'Abitanti, perch'essendo il Clima caldo, segue
di grand'utile l'esser egli esposta alla Tramontana.
S'osservano con tuttociò nella medema gran numero di bell'antichità, trà quali vengono
considerate il Tempio della Vittoria d'Architettura Ionica, di presente fatto dà Turchi magazino per polvere.
L'Arsenale di Licurgo d'ordine Dorico, nel qual hoggidì, com'in deposito, vengono
custodite l'armi.
Il Tempio di Minerva pure d'ordine Dorico, ridotto quest'hoggi Moschea al culto di Meemet.
La Lanterna di Demostene, che serve d'hospizio a Padri Capucini.
La Torre ottogona de Veneti designata da Andronico Cireste riportata nell'Architettura di Vetruvio.
Il Tempio di Teseo.
I Fondamenti dell'Areopago, ecc.
E popolata da otto in nove milla habitanti, de quali tre parti sono Greci, gl'altri Turchi, c'hanno
quattro Moschee nella Città, una nel Castello. Quivi non sono tolerati gl'Hebrei, non essendo
gl'Ateniesi meno di loro accorti; onde corre il il proverbio. Dio ci guardi dagl'Hebrei di Salonichi,
dalli Greci d'Atene, e da Turchi di Negroponte.
Differiscono questi Greci nell'vestire da Turchi, mentre non portano, che vesti strette di color negro.
La Città è presentemente divisa in otto Quartieri, chiamati Platamota, che sono.
Placa.
Sotiras tu Cotaki:
Mono calustis.
Roumbi.
Boreas Platoma:
Psiri Platoma.
Gerlada.
Agioi Colymbti, o Olijmpoi.
Nella sua Campagna anticamente si numeravano 174 Villaggi, che si potevano uguagliare
per grandezza alla Città; hoggi il maggiore dell'habitato è ridotto nella pianura di Mesoia, ò Mesogia,
nella quale si contano li seguenti luoghi.
Mitropis.
Keratià.
Misochorì.
Chourades.
Elàda.
Marcopulo,
Cursala.
Phyglia, altre volte Philea.
Carelà.
Alodèki.
Cocla.
Balambafi.
Bourà.
Arvato.
Agoupi, quali quasi sono del tutto rovinati, e li chiamano col nome di Zeugalatia.
Pikervi.
Bafi.
Lecambasi.
Lambrianò.
Lambricà nella strada d'Atene à C. Celone Paleo Lambrica sono le rovine dell'antica Lampra.
Elimbò.
Egnaphyrghi.
Spitià.
Vràona.
Negl'altri Teritorij d'Atene.
Caramamet alli piedi del Monte Hymetto.
Maroùsi appresso Penteli deserto.
Calandri nella strada di Penteli.
Gisissià nella strada di Marathon altre volte Cephyssia.
Basicoumaria dietro Penteli.
Stamati, nella strada di Marathon rovinata à Negroponte.
Varnàda.
Limicò.
Calamò.
Marcopulo.
Appreso d'Atene per mezzo degl'olivieri.
Sepollià, ò Sopollia.
Mainidi.
Cacouànes.
Patischa.
Ambelòkipous nella strada di Penteli.
Callirhoe.
Madre del sapere, scola di Marte universal Accademia delle virtù fù questa Città,
che però divenuti rivali i Natij Regij nell'ambizione di comparire quivi all'eternità
caratterizati nel nome, leggevasi sopra sontuoso Palaggio in un lato. Questa è Atene,
qual'era Città di Teseo; nell'altro, quest'è la Città d'Adriano, non quella di Teseo.
Passò assieme cogl'anni al comando di varij Prencipi, perche moltiplici gl'accidenti, cosi la costrinsero.
Silla dopo haverla con lungo assedio tentata, si fece Padrone, all'hor che ritrovavasi
all'ubbidienza d'Aristonico Epicureo Filosofo Tiranno, fù trionfo di Baiazet II, indi ottenutala Renier
Acciaioli alla Republica Veneta la diede; ritornò non ostante de medemi Acciaioli, quali signoreggiano
l'Attica, e la Beotia.
Nel 1455, assediata da Meemet II fù dal detto presa per diffetto de soccorsi, da qual tempo
già mai dall'Impero Ottomano si disgionse.
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