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Page added in 2002.


Mistrà

Key dates:
1204 Geoffroi de Villehardouin acquires the Principality of Achaea. His successors will set their residence in Mistrà
1250 The Byzantine Emperor of Nicaea seizes Mistrà
1350 Mistrà is the capital of the Despotat of Mistrà, the only remaining possession of the Byzantine Emperor outside Constantinople
1460 The Turks seize Mistrà
1687 The Venetians occupy Mistrà
1714 The Venetians abandon Mistrà which returns under the Turkish rule

In 1439 the painter Benozzo Gozzoli was 19 when he watched the arrival in Florence of John VIII Palaeologus and his dignitaries to attend the Council of Florence. At this council terms were agreed for the reunion of the Catholic and Orthodox churches. It was a desperate attempt by the Byzantine Emperor to gain western support to counter-balance the Turkish threat. Gozzoli and all the Florentines were highly impressed by the rich costumes of the emperor and his followers and a few years later Gozzoli painted in Palazzo Medici a Magi's Procession which is actually the procession of John VIII Palaeologus, of the Patriarch of Constantinople and of another Byzantine prince at the Council of Florence (image in the background of this page). The silk dress of the emperor was most likely designed and manufactured in Mistrà, at the time a very flourishing town in Laconia, the region of southern Peloponnese which once was ruled by the Spartans.

A view of Mistrà in the late XVIIth century

At the time of its largest development in the XVth century Mistrà included the Castle on the top of the hill, an upper town immediately below the castle and a lower town reaching the foot of the hill. This XVIIth century Venetian print shows that the upper town had been abandoned and only the lower town was still populated. The decline of Mistrà continued in the XVIIIth century: in particular in the 1770s raids of Albanians pillaged the town (which had been occupied by Russians and insurgent Greeks) and greatly reduced the number of inhabitants. In 1834 Otho of Bavaria, the first King of Greece, founded the town of Sparta (on the assumed site of the ancient town) and moved the remaining population of Mistrà there.

Views of the hill of Mistrà

At the foot of the hill the visitors are greeted by a monument to Constantine XI Palaeologus, the last Byzantine emperor who was crowned in 1449 in Mistrà and who was killed while defending the gates of Constantinople in 1453. Because in the last moments of his life he discarded his purple cloak, the Turks were not able to identify his body: for this reason many devout Greeks believed he had been saved by an angel and for centuries awaited his return. The hill appears very steep if seen from the plain of Sparta, but from the other side it is more easily accessible. The region is dominated by Mount Taygetus (7904 ft), which is covered with snow until early May. This is where the Spartans used to abandon their deformed or weak babies.

The fortress

The fortress lost its relevance after Mistrà was seized by the Turks. The Venetians relied only on fortresses on the coast, which could be reached by their fleet and because the Venetians were the only threat to their domination, the Turks too concentrated their defence in the coastal fortresses. The walls of the fortress therefore have maintained their medieval aspect.

The walls and the interior of the fortress

Unfortunately the interior of the fortress is almost entirely lost and it is difficult to imagine from these ruins the life of the first French rulers (for a Frankish fortress in better shape see Castel Tornese). The Byzantine Despots lived in a palace in the upper town.

Fortifications of the lower town

With the expansion of Mistrà in the XIVth century both the upper town and the lower town were protected by walls and towers (there was only one gate between the two towns).

Panagia Odigitria and Agia Sofia

Mistrà retains several churches and monasteries which make the town the most important Greek location for the study of late Byzantine art. Contact with the Franks and Venetians together with the close links with Constantinople is evident in several aspects of these buildings. The bell towers in particular show the western influence.

Monastery of Perivleptos and Agioi Georgios

An explanation for the large number of churches of Mistrà can be found in the fact that the wealthiest families used to build chapels where they buried the deceased members of the family. Agioi Georgios is an example of funerary chapel.

Details of the Monastery of Pantanassa

The most significant remaining religious building of Mistrà is the nunnery of Pantanassa. It is one of the last additions to Mistrà as it was completed in 1428 and more than the other churches it shows a mixture of Byzantine and western styles. Many churches have fine frescoes showing the same combination of styles.

Excerpts from Memorie Istoriografiche del Regno della Morea Riacquistato dall'armi della Sereniss. Repubblica di Venezia printed in Venice in 1692 and related to this page:

Misitra'

Poiche varij sono i nomi, con che questa Città appellosi, segue anco esserne l'uno dell'altro più antiano. Prima fù detta Sparta, poi Lacedemone, ultimamente Misitra: questa è città famosissima della Grecia; e fù si vasta ne proprij recinti, che a tempi di Polibio girava a 48 Stadii, in figura quasi rotonda, sopra sito parte erto, e parte giacente; comandata ad'Occidente dal monte Taygettus. Passata coll'antichità dall'ampiezza, all'angustie, conservasi hoggidì in picciol Terra ristretta; insepolto solo il fastiggio delle memorabil sue glorie dalle vestigie apparenti. Per ottocento anni benche sprovvista di mura, fù ben custodita questa Città, non ostante fattegli le medeme più volte, vedesi anco di presente, com'il Castello, così la Terra delle stesse munita. Sono mal ridotte però, e hanno solo due gran Porte, conducendo quella da Settentrione a Napoli di Romania; l'altra da Levante all'Exokorion, corrispondendovi due gran strade una chiamata Aphetais, ò gran Bazar; l'altra Hellerion, gl'habitanti soggiacono ad'eccessivo calore nel tempo d'estate, perche oltre l'esser la Città esposta a Mezzo giorno, e anco a piedi d'una Montagna, onde dal cocente riverbero raddoppiato sentesi il calore.
L'elevatione del suo Polo fu dal dotto Guilletiere di natione Francese osservata mentr'egli si ritrovava ivi negl'ultim'anni adietro; prese li 19, 20, e 21 del mese di Giugno l'altezze Meridiane del Sole per l'ombre d'un corpo cilindrico diviso in mille parti eguali; la differenza dell'ombre di queste tre osservationi gli fù impercettibile, e la lunghezza di quelle fù sempre trovata de 211 parti del cilindro, dal che conchiuse, ch'il Sole fosse dal suo Zenith lontano undeci gradi, 56 Minuti; e che la latitudine di Misitra era 35 gradi, 26 Minuti.
Quattro sono le parti, che dividono detta Città, cosi che l'una del tutto separata dall'altra formino assieme un corpo senza gionture. Il Castello una, la Terra l'altra, e due Borghi, de quali il prim'è chiamato Mesokorion, cioè Borgo di mezzo; Exocorion il secondo, cioè Borgo di fuori, chiamato anche da Turchi Maratche.
Exokorion è segiunto dalle tre antecedenti per il fiume Vasolipotamos; ond'a quelle s'unisse per sol'un ponte di pietra.
Il Castello dicesi tò Castron, è situato sopra Montagna erta in figura conica con muraglie assai, buone, nel quale poch'anni sono v'erano 10 pezzi di cannone con Guarniggione consistente in 18, ò 20 Giannizzeri comandati da un Disdar, qual anco di rado vi rissiede. I magazini, che quivi si ritrovano, sono ben provisionati di biade per l'urgenze militari: osservandosi; che ciascun Turco habbi il suo coll'obligatione di rinovar annualmente il grano: vi sono ancora alquante cisterne, e nel mezzo del Castello v'e una Moschea, un tempo Chiesa de Christiani.
E nel sito si vantaggiato questo Propugnacolo, che le storie affermano non esser stato mai sorpreso a forza d'armi, benche tentato acremente, e da Meemet Secondo, e da Veneti.
Fù fabricato nella declinazione del Greco impero per opra de Despoti, e ciò, perche l'altro eretto sopra la Collina opposta, del quale apparriscono tuttavia le rovine, non comandava sufficentemente la Città.
Chi fosse fondatore di Sparta, resta indeterminato, poiche moltiplici sono l'opinioni degli Storici. Dicono alcuni essere stato Sparto figlio del Rè Lacedemone chiamata Sparta, molti Cecropo, qual fondò pur Atene, in fine altri asseriscono haver questa havuti gli stabilimenti da Sparto figlio di Foroneo Rè d'Argos, vivente gl'anni del Patriarca Giacob 1763 avanti la natività di Christo, poiche secondo il calcolo del Padre Petau, il Patriarca Giacob nacque 1876 anni vanti l'anno di nostra salute, di modo che fin l'anno corrente 1686 sono tre mille, quattrocento, e vent'uno, che questa Città è stata fabricata; ella dunqu'è più antica di Roma 983 anni; di Cartagine 867; di Siracusa 995; d'Alessandria 1405: di Lione 1639; di Marseglia 1136.
Mai fù nell'Universo tutto Nazione alcuna, ch'uguagliarsi potesse a Lacedemoni nel trattar la politica, vera dote di chi regolatamente governa; ciò che non permise altrove tant'arte, si compiacque ne medemi, poiche loro soli nello stesso tempo viddero sul Reggio trono due capi da unico diadema recinti di virtù sì egreggia; erano quivi di tal guisa frequenti i prodiggij, che non sapea il Mondo conoscer politico, qual non fosse Lacedemone; con regole dunque quasi Divine mantennero il loro Dominio, che doppo durato ottocentottant'anni, cessò colla vita di Colemane terzo Rè cosi nominato, svanendo indi tutto lo splendore de Lacedemoni.
Diviso finalmente l'Impero d'Oriente in Temata o Governi Generali, Lacedemone fù definita in Appanaggio à Figli, e primogeniti dell'Imperadore, da qual tempo lasciato il nome di Lacedemone, prese quello di Sparta, e i suoi Principi, da quali dependeva tutta la Morea, havean titolo de Despoti.
Teodoro Despote sposo della figlia di Reniero Principe d'Atene, e Fratello d'Andronico, e d'Emanuele quali due successivamente occuporno il soglio di Costantinopoli, poiche non poteva competer colle forze di Baiazet, trattò l'anno1403 vender Sparta, e Corinto à Filiberto de Naillac Priore d'Aquitania, e Gran Mastro di Rodi; era quasi stabilito tal'affare, ch'il prode Tamurlano, havendo trionfato di Baiazet, accrebbe in guisa lo spirito ne cuori de Spartani, che vedutisi all'hor sicuri, mai vollero acconsentire, che Teodoro alienasse la Tzaconia; anzi sollevati fecero intendere a due Cavaglieri già deputati dal Gran Mastro, per quel governo, ch gl'havrebber trattati come nemici: quando non si fossero ritirati; per tal cagione i Cavaglieri renderno Corinto, ove già s'erano stabiliti; e Teodoro con non poco dispiacere restituì il dinaro anco di Sparta, del quale s'era in buona parte prevalso. Dal detto Teodoro fù lasciata ad'un suo Nipote figlio d'Emanuele Imperatore di nome pur'egli Teodoro, che sposò un'Italiana di Casa Malatesta, nella quale da lì a diettro cadde il titolo del Ducato di Sparta, andò questo secondo Teodoro a Costantinopoli con pensiere d'hereditar l'Impero in vecedi Giovanni suo Fratello, perciò concesse il Despotato a Costantino altro suo Fratello, nel qual tempo Amurat primo fece fare un'irruzione nella Tzaconia. Dopo sollevato Costantino al Trono Imperiale, toccò Sparta à Demetrio, al qual fù rapita l'anno 1460, e tremille, e duecento anni dopo la sua fondazione da Maometo Secondo, che fece segar à mezzo il Governatore del Castello.
Benedetto Colleone pugnava per la Republica, che nel 1473 la vinse, e havrebbe espugnato anco il Castello, se nel mentre cercava il trionfo, non fosse rimasto ucciso. Il Sansovino accenna nella sua storia esser stata questa Città assieme con la Provincia intera, pure della Republica, in quei anni, che il Veneto Diadema coronava le tempia ad'Henrico Dandolo.

Introductory page on the Venetian Fortresses

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You may refresh your knowledge of the history of Venice in the Levant by reading an abstract from the History of Venice by Thomas Salmon, published in 1754. The Italian text is accompanied by an English summary.

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