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Zarnata, Chielefà, Braccio di Maina, Passavà e Githio


La Penisola di Maina (Mani)

Date più importanti:
Fa parte del Despotato di Mistrà fino alla caduta di Mistrà nel 1460
1467 Occupazione veneziana
1479 I Turchi costringono i Veneziani ad abbandonare la penisola di Maina
1659 Sollevazione della popolazione locale contro i Turchi
1685 La popolazione locale aiuta i Veneziani nell'assedio e conquista delle piazzeforti turche
1714 Ritorno dei Turchi
1821 Nuova rivolta contro i Turchi: inizio della lotta per l'indipendenza greca

La lunga penisola di Maina (oggi chiamata Mani) ha la forma di un lungo dito e Capo Matapan al suo termine è il punto più meridionale della Morea (Peloponneso). L'accesso alla penisola dalla provincia occidentale della Messenia è sbarrato dal Monte Taigetto: può essere raggiunta dalla provincia orientale della Laconia (ove si trova Sparta), ma la parte finale della penisola resta comunque di difficile accesso via terra.
Favoriti da questa loro posizione geografica gli abitanti della Maina spesso si rifiutarono di ottemperare agli obblighi fiscali imposti dai Turchi e riuscirono di fatto a costituire uno stato semi autonomo sotto la famiglia Mavromikhalis.
I villaggi della Maina mostrano ancora oggi le fortificazioni e le case-torre costruite dagli abitanti per difendersi dai Turchi.
La penisola quasi completamente montuosa rivestiva scarso interesse sia per i Turchi che per i Veneziani, con l'eccezione di Braccio di Maina, un porto naturale sulla rotta tra il Mar Ionio e l'Egeo (una delle più importanti battaglie navali della IIa Guerra Mondiale si svolse nelle acque prospicienti Capo Matapan).

Map of Maina fortresses
Mappa delle fortezze della Maina

The Mani Peninsula seen from the beach of Calamata
La penisola di Maina vista dalla spiaggia di Calamata al tramonto

Mentre il miglior punto di partenza per una visita della Maina è il porto di Githio in Laconia, la fortezza di Zarnata può essere più facilmente raggiunta da Calamata.

Zarnata

Map of Zarnata
Pianta della fortezza di Zarnata (fine Seicento)

I Veneziani furono così orgogliosi di aver riconquistato la Morea nel 1685 che negli anni seguenti molti libri furono pubblicati per commemorare questo evento e per illustrare le località più importanti del Regno di Morea, come un po' pomposamente la nuova acquisizione veniva chiamata.
Vincenzo Coronelli, un famoso incisore Veneziano, pubblicò una serie di vedute delle fortezze della Morea. Per molte fortezze egli si basò su disegni fornitigli dai comandanti delle piazzeforti, in particolare per quelle che non erano state costruite dai Veneziani. Ciò spiega la scarsezza dei dettagli nella mappa di Zarnata.

Chielefà

View of the fortress
Veduta della fortezza

La fortezza di Chielefà fu costruita dagli Ottomani verso il 1670 per stabilire il loro controllo sulla regione con lo scopo di impedire agli abitanti della Maina di uscire dai loro territori per fare scorrerie. Inoltre la gettata dei cannoni della fortezza poteva raggiungere la baia di Porto Vitulo (oggi Itilo) sulla costa occidentale della penisola che occasionalmente offriva riparo alle navi veneziane.

View of the bay
Veduta della baia un dì chiamata Porto Vitulo e della cittadina di Aeropolis

Nel 1685 la guarnigione ottomana si arrese ai Veneziani senza combattere; altrettanto fecero i Veneziani nel 1715. La fortezza si rivelò inutile quando si trattò di reprimere una rivolta dei Mainioti nel 1770: i ribelli travolsero le difese ottomane e raggiunsero e saccheggiarono Mistrà.

Maina

Map of Maina
Pianta della fortezza di Braccio di Maina (fine Seicento)

La pianta di Braccio di Maina del Coronelli è solo uno schizzo della struttura della fortezza, ma la rappresentazione delle montagne sullo sfondo intende suggerire l'ambiente selvaggio ed inospitale della Maina. Braccio di Maina aveva due porti naturali, uno dei quali (Porto delle Quaglie o Porto Quaglio) prendeva nome dalle quaglie, che qui attraversavano il Mediterraneo dirette o provenienti dalle non lontane coste della Cirenaica. Il riferimento ad esse è rimasto nell'attuale nome greco Porto Kayio.

Passavà

Views of the fortress
Vedute della fortezza

Il nome della fortezza deriva da Passe avant il motto del barone franco Jean de Neuilly, che si ritiene l'abbia costruita nel Duecento: la fortezza non fu sempre utilizzata: nel 1669 gli Ottomani la rafforzarono per proteggere il porto di Githio dalle possibili scorrerie dei Mainioti.

Githio

Fortified tower of Githio
La torre di Githio ed il suo vecchio porto

Githio er ail porto dell'antica Sparta e un centro di commercio della porpora durante l'Impero Romano. Sotto i Bizantini decadde: una torre (molto restaurata) fu costruita dai Franchi nel Duecento a guardia del porticciolo. Oggi è un centro in pieno sviluppo e la base di partenza per le escursioni nella Maina. It is now an import

Estratto delle parti riguardanti le fortezze trattate in questa pagina da Memorie Istoriografiche del Regno della Morea Riacquistato dall'armi della Sereniss. Repubblica di Venezia pubblicato a Venezia nel 1692:

Maina al Capo Matapan

Trà i Promontorij del Peleponneso, che dal continente si spingono al Mare, il più avanzato all'onda è Capo di MATAPAN, già detto a Promontorium Taenarium dall'antro di Tenaro inviscerato ne suoi contorni, la di cui orridezza persuase a favolosi il crederlo quella bocca d'inferno, dalla quale sortì l'invito Hercole dopo trionfato del Cerbero, onde volgarmente diceasi anco il Tenaro; altri vogliono, che tale fosse nominato da Tenaro, che nacque da Elase figlio d'Icano maritato in Erimade figliola di Damasicle. Profondissime acque circondano le sue rive, alle quali per sicurezza de Naviganti vi sono due commodi Porti, l'uno col nome delle Quaglie, così detto dalla gran copia delle Quaglie, ch'in queste parti si ritrovano, l'altro di Maina; fra questi la dove erano le rovinate vestigie dell'antico Cersapoli, eressero un tempo gl'Ottomani una Fortezza da loro chiamata Turcotogli Olimionas, che da Greci s'interpreta Castro de Maini, e da Turchi Monige, e cio à fine di frenare gli habitanti della Tzaconia, hoggidi Braccio di Maina. Provincia estesa per lungo tratto nella costa più meridionale della Morea, essendo quegl'huomini assai bellicosi, che mal contenti di soggiacere a Signoria si barbara, cercano nell'asprezza de Monti l'esentarsi dal tributo per partecipare in qualche guisa la sospirata libertà. Nel 1570 partito con 24 Galere da Candia il Capitan di Golfo Querini, pervenne a Corfù, ove informato dell'edificatione di quel Forte per gli accennati motivi, pensò indirizzarsi all'acquisto: eseguì il pensiere con fatti uniformi, perche conseguitone a salvamento quei Porti, coadiuvato da Mainoti, che nella fazione diedero saggio di garn valore; dopo gravi contrasti in danno notabile de Turchi, l'ottenne; non volse il Capitan di Golfo che più sussistesse quell'ostacolo a Gente si ben affetta alla Republica, perciò estrattone quanto v'era d'usuale alla militia, volle prima di partire demolirlo

Zarnata

Zarnata è Fortezza ben fornita dalla natura, e meglio munita dell'arte, quale ne proprij recinti portando sembianza di figura quasi rottonda, giace in eminenza di più che delicioso sito. Nel 1685 lungi dalla medesima per soli cinque miglia sen stava con poderoso Esercito accampato il Capitan Passà, che ponderando questi il valore dell'Armi Venete, conchiuse infine sfuggire i cimenti per preservarsi da quelle rovine, ne quali fidava d'incorrervi; e però al Capitan Generale Morosini si rese à patti di buona guerra, salve le Vite, e robbe; il che fù loro essattamente osservato; li 11 Settembre per tanto uscirono al numero di seicento, quali senza sentir ne insulto, ne molestia alcuna, furono assistiti fin'ad un termine prefisso: solo l'Agà comandante primario; poiche temeva di perder la testa, rimase al Campo christiano, e sù la Galera del Sopra Comito Angelo Michieli s'è ricovrato. Il Capitan Generale destinò al governo di questa piazza in qualità di Rappresentanti Bortolomeo Contarini, e Angelo Emo nobili volotarij, e vi lasciò al presidio ducento, e cinquanta Soldati sotto la direzione del Tenente Colonello Prastini.

Chielefà

Sopra l'eminenza d'un Grebano, discosto un miglio, e mezzo dal Mare, giace nel giro d'un miglio in figura quadrangolare, munita di cinque Torrioni Chielefà Fortezza di non poca importanza, mentre nella medesima ammirasi qualche dono della natura, qualche singolarità dell'arte; da quì non molto discosta Vitulo, altri tempi Città mercantile, e famosa, dà cui riportò la denominazione il porto vicino, non molto sicuro, che tutta via Porto Vitulo appellasi.
Nel mentre il Capitan Generale Morosini era in corso per acquisti gloriosi, fù questa piazza dallo stesso validamente tentata, e poiche mancavano nella medema forze da resistere al valore di tanto Duce, conobbe necessità l'arrendersi. Furono per tanto benignamente ricevute l'istanze de timidi Turchi, à quali compiacendo il Morosini, permise sortissero a patti di buona guerra, lasciandovi in essa 58 pezzi di cannone di vario genere. Entro vi risiedeva Assar Passà Comandante di tutta la Provincia, dal qualefurono presentate le Chiavi della Piazza alla Galera Generalizia; uscirono mille Persone, e 350 s'imbarcorono sopra le Navi del Pisani, già direttore di tale acquisto, quali colle loro robbe convogliati, pervennero all'Isola de Cervi. Dopo rese grazie al Cielo, e inalzati li Stendardi della Croce, e del glorioso S. Marco, restò ivi per Proveditore Ordinario Bernardo Balbi e Estraordinario Lorenzo Venier.

Passava'

Passavà situata ancor'egli nella Provincia di Maina vicin'alle sponde del Golfo di Colochina sopra Capo Matapan nella parte opposta di Chielefà, e Porto Vitulo Fortezza dall'ingionta figura, fabricata sopra eminenza, diffetosa però in ogni parte, e fuori di passo per impedire l'invasioni che si tentassero di fare nella Provincia.
Il Capitan Generale Morosini spinse un grosso numero de Mainotti sotto questa Fortezza nel punto istesso, che uscirono li Turchi da Chielefà li 24 Settembre 1685, e che in quella piazza furono inalborate le gloriose insegne di S. Marco, e inteso che quel Presidio stava per sortire, e aspettare il cannone, fece subito marchiare a quella volta il Sargente maggiore della Natione Oltramarina Gregorevich con 500 Fanti a rinforzar li Mainoti, e ad'impedire il preacennato trasporto; ma li Turchi scoprendo da lungi le Venete insegne, ripiendi confusione, e terrore si diedero alla fuga, e abbandonarono il posto; ed in tal maniera senza alcun contrasto fattosene Padrone, atta al diffendersi, la fecedemolire come poco, tanto più ch'in poca distanza evvi un passo angusto, nel quale con poca gente si può far resistenza a numerose milizie.

Introductory page on the Venetian Fortresses

In the Ionian Islands:
Corfù (Kerkyra)
Santa Maura (Lefkadas)
Cefalonia (Kephallonia)
Asso (Assos)
Zante (Zachintos)
Cerigo (Kythera)

In the Greek mainland:
Parga
Preveza and Azio (Aktion)
Vonizza (Vonitsa)
Lepanto (Nafpaktos)
Atene (Athens)

In Morea:
Castel di Morea (Rio), Castel di Rumelia (Antirio) and Patrasso (Patra)
Castel Tornese (Hlemoutsi) and Glarenza
Navarino (Pilo) and Calamata
Modon (Methoni) and Corone (Koroni)
Mistrà
Corinto (Korinthos)
Argo (Argos)
Napoli di Romania (Nafplio)
Malvasia (Monemvassia)

In the Aegean Sea:
Negroponte (Chalki)
Castelrosso (Karistos)
Oreo
Kimi
Schiatto (Skiathos)
Scopello (Skopelos)
Alonisso
Schiro (Skyros)
Andro (Andros)
Tino (Tinos)
Egina (Aegina)
Spezzia (Spetse)
Nasso (Naxos)
Milo (Milos)
Stampalia (Astipalea)
Scio (Chios)
Lemno (Limnos)
Candia (Kriti)

You may refresh your knowledge of the history of Venice in the Levant by reading an abstract from the History of Venice by Thomas Salmon, published in 1754. The Italian text is accompanied by an English summary.


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