Stampalia (Astipaleia)
Date fondamentali:
1207 Stampalia è acquistata dai Querini, una delle più importanti famiglie veneziane:
il ramo che governava l'isola
divenne noto come Querini Stampalia
1522 Il Sultano Solimano I il Grande conquista Rodi; pochi anni dopo ottiene anche Stampalia.
1646-68 Durante la Guerra di Candia, Stampalia è perlopiù soggetta ai Veneziani.
Stampalia fa parte della Dodecanissa (Dodecaneso - dodici isole) una provincia greca nella parte sud-orientale
dell'Egeo. Tuttavia il nome dato a queste isole è piuttosto recente e risale al 1912
quando furono occupate dall'Italia nell'ambito della guerra contro la Turchia per il possesso della Libia. La più grande
di queste isole è Rodi e prima di allora erano chiamate Sporadi Meridionali. Stampalia tuttavia, sia per la sua posizione
che per la sua storia può essere più correttamente inclusa nelle Cicladi.
Vedute della città e del castello
L'acquisto di Stampalia da parte dei Querini seguì di poco quella di Nasso da parte di Marco Sanudo. Ma mentre Nasso
è un'isola relativamente grande con alcune fertili vallate ed è circondata da molte
altre isole, le scabre montagne di Stampalia avevano ben poco da offrire. Se Stampalia aveva poco da offrire
a potenziali colonizzatori, aveva però molti motivi per attrarre pirati (e più tardi corsari).
La sua forma allungata e gli isolotti che le fanno corona offrivano molte insenature
dove i pirati potevano facilmente nascondersi. Un tratto di costa non lontano dal capoluogo è tuttora chiamato
Maltesana, perchè i Cavalieri di Malta solevano gettarvi l'ancora nelle loro scorrerie nell'Egeo a caccia
di prede ottomane. Ed è forse da Stampalia che si mossero per assalire il convoglio ottomano che riportava a Costantinopoli
una parte dell'harem del Sultano e che costituì il casus belli della Guerra di Candia.
Vedute dal castello delle due insenature che esso controlla
Il capoluogo di Stampalia è situato alla sommità diuna collinetta dalla quale si controllano due insenature
e si vede lo stretto istmo (meno di 50 metri) che collega le due sezioni montagnose che costituiscono l'isola.
I Querini costruirono sul culmine della collina una cittadella fortificata che includeva la loro residenza ed una chiesa.
In marcia verso il castello
L'accesso alla cittadella era reso difficoltoso dalla disposizione delle case della gente minuta che viveva fuori di essa. Per pervenire all'unico ingresso
bisogna inerpicarsi su scalette nascoste in un labirinto di strade. Nel Trecento i Bizantini e poi gli Ottomani
riuscirono per periodi più o meno lunghi a controllare Stampalia, ma i Querini riuscirono
sempre a tornarne in possesso.
Mura della cittadella
Le fortificazioni sfruttano i dislivelli naturali formati dalla roccia ed in alcuni punti le mura sono solo una modesta
aggiunta alla difesa già esistente in natura. Purtroppo l'interno della cittadella è quasi completamente distrutto e
solo le mura esterne sono giunte fino ai giorni nostri, pur se molto danneggiate.
Particolari dell'edificio principale e di una torre quasi intatta
E' ancora possibile scorgere in quella che era la residenza dei Querini i segni dell'architettura veneziana del Rinascimento.
Nel 1413 i Querini fecero un importante tentativo per ripopolare l'isola, ma la caduta di Costantinopoli nel 1453
e la perdita della veneziana Negroponte nel 1470 aumentarono il rischio per Stampalia di scorrerie ottomane.
Ingresso alla cittadella: stemma dei Querini (coperto da una mano di calce) e botola sul soffitto dell'ingresso
Le cose si misero decisamente al brutto per Stampalia nel 1522 quando il Sultano Solimano I il Grande
conquistò Rodi, protetta da un imponente sistema di fortificazioni: quelle di Stampalia
potevano fare ben poco in caso di un serio tentativo ottomano di prendere l'isola; la botola sopra l'ingresso
era una specie di estrema risorsa per frenare lo slancio degli assalitori: si dice che i difensori di Stampalia la utilizzassero
per gettare sul nemico delle arnie di api che, infuriate, lo attaccavano. Indubbiamente poco avrebbero potuto fare
contro la potente artiglieria ottomana: i Querini dovettero pertanto esercitare al massimo la loro diplomazia per mantenere il possesso di Stampalia.
Stemmi dei Querini
Nel 1537 una nuova guerra scoppiò tra l'Impero Ottomano e Venezia. Il Sultano, sempre Solimano, voleva liberarsi una volat per tutte della presenza
veneziana nel Levante: piuttosto che attaccare i vari possedimenti che la Serenissima aveva nell'Egeo, egli mosse la
sua grande armata via terra fino alle coste dell'Albania e da lì attraversò lo stretto canale di Corfù
nel tentativo di espugnare la chiave di volta del sistema difensivo veneziano: se fosse riuscito nel suo intento,
non vi sarebbe stato scampo per tutti i possedimenti veneziani nel Levante e la stessa Venezia sarebbe stata
esposta ad attacchi diretti. Corfù resistette e infine Solimano tolse l'assedio, ma come spesso accadde nelle guerre turco-veneziane, gli interessi mercantili della Serenissima premevano
sempre per una qualche composizione pacifica del conflitto e così avvenne anche in questa guerra. Tra gli effetti minori di
questa pace vi fu la cessione di Stampalia da parte dei Querini.
Giovanni Querini Stampalia, ultimo erede della famiglia, lasciò nel 1869 alla Città di Venezia tutti i suoi beni
e collezioni, che oggi sono gestite dalla Fondazione Querini Stampalia.
Introductory page on the Venetian Fortresses
In the Ionian Islands:
Corfù (Kerkyra)
Santa Maura (Lefkadas)
Cefalonia (Kephallonia)
Asso (Assos)
Zante (Zachintos)
Cerigo (Kythera)
In the Greek mainland:
Parga
Preveza and Azio (Aktion)
Vonizza (Vonitsa)
Lepanto (Nafpaktos)
Atene (Athens)
In Morea:
Castel di Morea (Rio), Castel di Rumelia (Antirio) and Patrasso (Patra)
Castel Tornese (Hlemoutsi) and Glarenza
Navarino (Pilo) and Calamata
Modon (Methoni) and Corone (Koroni)
Braccio di Maina, Zarnata, Passavà and Chielefà
Mistrà
Corinto (Korinthos)
Argo (Argos)
Napoli di Romania (Nafplio)
Malvasia (Monemvassia)
In the Aegean Sea:
Negroponte (Chalki)
Castelrosso (Karistos)
Tino (Tinos)
Egina (Aegina)
Nasso (Naxos)
Milo (Milos)
Scio (Chios)
Lemno (Limnos)
Candia (Kriti)
You may refresh your knowledge of the history of Venice in the Levant by reading an abstract from
the History of Venice by Thomas Salmon, published in 1754. The Italian text is accompanied by an English summary.
See my Home Page on Baroque Rome or my
Home Page on Rome in the footsteps of an
XVIIIth century traveller.
|