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Santa Maura (Lefkada)
Date principali:
1362 - 1477 Ducato di Santa Maura (Leucade) sotto la famiglia Del Tocco.
1477 - 1684 Parte dell'Impero Ottomano (1500-01 temporanea occupazione veneziana).
1684 - 1797 Possedimento veneziano (1715-16 temporanea occupazione ottomana).
1797-1810 Occupata dai Francesi, poi dai Russi, ancora dai Francesi ed infine dagli Inglesi.
Laguna di Santa Maura: (in alto) parte settentrionale della laguna vista dal continente: a sinistra la città di Lefkada e a destra la fortezza di Santa Maura; (in basso) parte meridionale della laguna vista dal continente: il passaggio verso il mare aperto è presso il pilone dell'elettrodotto La punta settentrionale dell'isola di Santa Maura (oggi Lefkada) è molto vicina al continente al quale è unita da un cordone litoraneo che forma una vasta laguna.
Mappa della fortezza di Santa Maura (da Memorie Istoriografiche del Regno della Morea - Venezia - 1692)
Una fortezza medievale fu costruita sul cordone litoraneo a protezione di un canale che consentiva l'accesso alla laguna di piccole imbarcazioni.
Fortezza di Santa Maura: (in alto) lato occidentale; (in basso) lato meridionale
La fortezza fu modificata dagli Ottomani e successivamente dai Veneziani; questi ultimi in particolare aumentarono le postazioni di cannoni in modo da poter colpire con grande efficacia una eventuale flotta nemica.
Fortezza di Santa Maura: (in alto) lato settentrionale; (in basso) lato orientale
Le mura delle fortezza furono tenute basse dai Veneziani in modo da non offrire un facile bersaglio al fuoco nemico; soltanto il lato orientale che proteggeva da attacchi portati lungo il cordone litoraneo, presenta la tradizionale conformazione con bastioni e cordonatura. In questo lato si apre una piccola porta a pelo d'acqua.
(a sinistra) Ingresso principale; (a destra) Leone di S. Marco su un cannone della fonderia Camozzi
L'ingresso principale alla fortezza presenta un arco di stile ottomano sopra il quale i Veneziani posero un bassorilievo con il Leone di S. Marco, la cui sagoma oggi si può intuire piuttosto che vedere. Il Leone (con la croce in mano) si vede ancora distintamente su di un cannone all'interno della fortezza.
(a sinistra) Cannone della fonderia Camozzi; (a destra) un cannone sul muro meridionale della fortezza (sullo sfondo la città di Lefkada)
La fonderia di Carlo Camozzi è stata individuata nel comune di Clanezzo in provincia di Bergamo e seppur modificatasi nel corso del tempo esiste ancora (vedi link esterno).
(a sinistra) Ingresso ad una cappella all'interno dei bastioni; (a destra) campanile della ancora consacrata Cappella di Santa Maura (Agia Mavra)
I Veneziani dopo aver preso possesso della fortezza nel 1684 decisero di fondare un nuovo centro abitato dall'altra parte della laguna; dopo la Pace di Passarowitz (1718) che confermò il possesso veneziano dell'isola, la popolazione della stessa aumentò considerevolmente perchè vi furono trasferiti profughi dai territori persi (Morea e Candia). Furono anche fatti investimenti per favorire lo sviluppo agricolo dell'isola. Nella fortezza rimase una piccola parte della popolazione civile. Ciò anche dopo la fine del dominio veneziano come testimonia nel suo diario Charles Bush Hearn:
"Oggi (25 giugno 1849) siamo arrivati a Santa Maura, la famosa fortezza che ha cinquecento anni. Le sue spesse e possenti mura dominano l'ingresso all'isola di Leucade. Una laguna circonda la fortezza: le sue acque sono ricche di vegetazione e di uccelli stanziali e migratori. Dietro la fortezza e al di là della laguna vi è Levkas, la maggiore città dell'isola. Le mura della fortezza sono a prova di terremoto; hanno superato i terremoti degli ultimi cinque secoli grazie alle loro antiche tecniche di costruzione. Tre lati della fortezza sono dotati ciascuno di sette postazioni di artiglieria. Vi sono depositi di munizioni. La fortezza è anche un luogo di residenza civile: al suo interno ci sono case, scuole, uffici ed un ospedale. Vi sono cisterne per la raccolta e conservazione dell'acqua piovana. Durante i 39 anni del Protettorato Britannico sono state fatte molte modernizzazioni." Nel 1888 fu proprio l'esplosione di un deposito di munizioni a distruggere la maggior parte degli edifici civili che non vennero più ricostruiti.
Stampa che raffigura la fortezza sotto attacco ottomano
La stampa mostra i Veneziani che difendono Santa Maura; nel 1715 tuttavia il Capitano Generale Girolamo Dolfin preferì abbandonare l'isola per concentrare le forze veneziane a Corfu. Nell'anno seguente, dopo il fallito assedio ottomano a quella piazzaforte, i Veneziani tornarono a Santa Maura.
Vai a pagina due: altre fortificazioni della laguna, fortezze ottomane e chiese del XVIIImo secolo
Estratto dalle Memorie Istoriografiche del
Regno della Morea
Riacquistato dall'armi
della Sereniss. Repubblica
di Venezia stampato a Venezia nel 1692:
Isola di Lefkada
Da Tolomeo Leucas, da Strabone, Plinio, e Mela Leucadia sù detta l'Isola,
c'hoggidì chiamassi Lefcada, e di Santa Maura, posta nel Mar Ionio,
lungi da Ceffalonia nove Miglia, e 25 dalle Curzolari quale
cointegrata un tempo all'Achaia, fù da Paesani divisa, e ridotta in Isola, non molto
conservossi disgionta, poiche addunando impetuosi venti nell'intervallo in gran quantità l'arena
formorno un'Istmo, per quale riunissi: onde dicevasi Penisola: sciolta, all'Istmo già
rovinato, supplisce di presente un Ponte di Legno continuato sopra più Isolette separate
da piccioli canali; occupa per tantop l'Isola sito per circa 70 miglia di circuito, e è sì
fertile, ch'abbonda a gran misura ne raccolti consistenti in grano, vino, oglio, tabacco,
e fruttid'ogni sorte; contiene oltre Santa Maura, à cui è annessa, trenta Villaggi, de quali
si computano per principali Trini, Apolpena, Sfarchiotes, Caria, Azzani, Vrnica, Scuiro,
San Pietro, Engloni, Dragano, Englimento, che derelitti cogl'altri da fuggitivi Turchi
vanno populandosi di presente dalli Greci di Terra Ferma. Tiene molti Porti, che sono di
Demata, Santa Maura, Scivoto, Englimeno, Vallone di Vasilichi, de quali i più
considerati sono li doi primi. Hà in oltre una Placa naturale, che servì di ricovero alle
Galere, e Galeazze Venete in quest'ultimo attacco. Spinge parimente dal Continente the
Promontorij l'uno d'Angusci, gl'altri due d'Englimeno, e di Capo Ducato, ed'intorno
se gl'annumerano li scogli di S. Nicolò, di Sparti, di Scorpione, di Figlia, di Magnifici,
e di Sessola, nel quale trovansi in gran copia i Sorci, à causa di che, dicesi anco scoglio de Sorci.
CITTA, E FORTEZZA DI SANTA MAURA
La Città, e Fortezza di Santa Maura bagnata d'intorno dall'acque
del Mar Ionio è situata trà l'Isola Lefcada, e Terra Ferma, à questa
unendosi per mezzo di più Isolette congionte da ugual numero de Ponti,
con quella communicando parimenti per via d'un Ponte, e di ontuoso
Aquidotto di pietra lungo in circa un miglio, sostenuto da 360 archi:
hà verso Levante, una lingua di sabbia, che prologandosi in buona guisa forma
il Porto di Demata; alza le proprie mura in figura Eptagona irregolare con sopra angoli,
cinque Torrioni, che la fiancheggiano.
Eccitata piùvolte da martiali impulsi impugnò la Spada arditamente alla difesa;
mà poiche il Cielo non sempre secondò il suo valore, avvenne, che fù astretta hor
soggettarsi alla Luna della Tracia, hor umiliarsi al Leone dell'Adria. Fù nel 1479
combatutta, da Turchi, ed'in fine levata ad'alcuni Principi della Grecia, à quali
ubbidiva.
Nel 1502, comandate dal Generale Pesaro l'Armi Venete, non s'applicavano queste ad
impresa senza riportarne gloriosi i progressi; onde impiegate nell'espugnatione
di Santa Maura, così con ordine, e vigorosamente oprorno, ch'in breve
atterata ivi la Luna eressero lo Stendardo del glorioso S. Marco; cessò dall'una,
e l'altra parte l'hostilità, che però a Baiazete fù restituita per accordati di pace.
Divenuta da quel tempo nido infame di gente trista, e malvagia, si rese si insofribile,
che conciliatosi l'odio della Christianità tutta, udivansi concordi gl'animi a bramargli
l'eccidio, ad'augurargli rovine. Il Capitan Generale Morosini accudindo a sì giusti
desiderij, e riflettendo con religioso sentimento, non esser con degno ricetto a scelerati
un luogo, che porta la santità nel Nome, stabilì la distruzione di quegl'Infidi. Eseguì perciò
l'assunto con tanto calore, e fatti si urgenti, ch'in breve ne vidde il sospirato esito,
cederono i provetti Difensori, perchè stanchi d'infruttuosamente resistervi, conoscevano
imminente la lor caduta; in conformità alle capitolazioni, espurgorno la Città, uscendo
con quanto addosso portar poteano. E per tanto entrat'i Veneti al possesso di si importante
Piazza, dopo eretti gl'Altari a Dio, e rese al medesimo le gratie, la risarcirono ne danni,
l'augumentarono nelle Fortificazioni.
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