Micono (Mykonos)
Date fondamentali:
1204: l'impero Bizantino viene diviso tra i capi della Quarta Crociata dopo la conquista di Costantinopoli, ma le isole dell'Egeo cadono rapidamente direttamente o indirettamente nelle
mani di Venezia: Micono entrò a far parte del Ducato dell'Arcipelago fondato da Marco Sanudo a Nasso nel 1207.
1566: l'ultimo Duca di Nasso Jacopo IV Crispo cede i suoi diritti al Sultano, ma Micono con la vicina Tino è già
passata sotto la diretta sovranità veneziana.
1714: nel corso dell'ultima guerra turco-veneziana la fortezza di Tino viene espugnata e Tino e Micono vengono occupate dagli Ottomani.
Micono è situata in posizione centrale nelle Cicladi ma ebbe importanza
minore rispetto a Tino o Nasso perchè troppo esposta al meltemi, la forte tramontana che soffia sul mar Egeo.
Veduta sul borgo veneziano
Micono veneziana era un piccolo borgo costruito su una modestissima elevazione del
terreno che formava un piccolo porto naturale, esposto però a settentrione e
quindi non sempre agibile.
Piccola Venezia
Le case aggettavano direttamente sul mare e sono rimaste quasi l'unico aspetto caratteristico del borgo.
Casa del periodo veneziano e Cattedrale cattolica
Micono è stata sfigurata dal suo impetuoso sviluppo turistico che la ha trasformata in maniera irrimediabile.
E' possibile tuttavia ancora rintracciare qualche antico edificio, nonchè la cattedrale cattolica del periodo veneziano.
Cattedrale cattolica: iscrizione e stemma del Re di Francia
La cattedrale fu rinnovata durante il pontificato di Papa Innocenzo XI (1676-89), il papa che sostenne
finanziariamente la Repubblica di Venezia nella guerra del 1685-99 che
portò alla conquista della Morea. I re di Francia svolsero per secoli un ruolo di
protettori dei cattolici che vivevano nell'Impero Ottomano e lo stemma
sulla cattedrale fu probabilmente apposto dopo il 1715 per indicare che essa era sotto la loro protezione.
Mulini a vento
Il forte vento che soffia su Micono indusse nell'Ottocento gli armatori di Tino a collocarvi molti mulini a vento. Questo perchè essi compravano
granaglie in Siria e sull'altopiano Anatolico, le macinavano a Micono e successivamente rivendevano le farine ottenute nelle città costiere.
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