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Map of Parga Parga         

Date principali:
1401 I Veneziani, dopo aver acquisito Corfu, fortificano una collina che protegge una baia sulla costa dell'Epiro.
1797 Con il Trattato di Campoformido, Parga passa alla Francia.
1798-1814 Dopo diversi passaggi Parga viene alla fine inserita in un protettorato britannico.
1819 Gli Inglesi vendono Parga a Ali Pasha di Tepeleni, governatore ottomano dell'Epiro.

Parga è una piccola baia sulla costa dell'Epiro di fronte alle isole di Paxi e Antipaxi; essa era utilizzata nell'ambito della rotta marittima tra Corfu e il Mar Egeo.

View of the fortress
(a sinistra) La fortezza vista dal porto di Parga; (a destra) la fortezza vista dalla parte occidentale

Il lato orientale della collina richiese un certo livello di fortificazioni, mentro quello occidentale era naturalmente protetto da uno strapiombo sul mare.

Antipaxi and Paxi seen from Parga
Sullo sfondo Antipaxi (a sinistra) e Paxi (a destra) viste da Parga

Con la loro rete di basi sulle isole e sul continente i Veneziani erano in grado di controllare tutti i movimenti di navi lungo la costa ionica della Grecia.

Details
Dettagli della fortezza: (a sinistra) secondo ingresso; (a destra-sopra) Leone di S. Marco; (a destra-sotto) iscrizione sopra il primo ingresso

Secondo una iscrizione la fortezza fu rafforzata nel 1707 per volontà di Marco Teotochi, Comandante e Governatore di Parga. Egli apparteneva ad una nobile famiglia greca di Corfu, il cui cognome originale (Teothokis) era stato italianizzato. Un Conte Giorgio Spiridione Teotochi fu il primo presidente della Repubblica delle Isole Ionie (1800-07). Il nome dei Teotochi è principalmente associato al ricordo di Isabella Teotochi, nata a Corfu nel 1760 che sposò a sedici anni Carlo Antonio Manin e si trasferì a Venezia. Negli anni della maturità il suo salotto letterario fu frequentato dai più begli ingegni dell'epoca incluso il giovanissimo Ugo Foscolo, che della Teotochi si innamorò. Sposò in seconde nozze il nobile veneziano Giuseppe Albrizzi.

Cannon
Cannoni

I molti cannoni che si vedono sparsi qua e là nella fortezza non sembrano appartenere al periodo veneziano.

The refugees from Parga
Francesco Hayez, I Profughi di Parga. 1831 Oil on canvas. Milan: Modern Art Gallery.

Il nome di Parga, oggi località balneare assai frequentata, era molto conosciuto nel secolo XIX. La vendita della cittadina ad Ali Pasha di Tepeleni effettuata da Sir Thomas Maitland, il Lord Alto Commissario delle isole Ioniche, fu vista come un tradimento della popolazione greca locale in un periodo di crescente sentimento filoellenico dell'opinione pubblica occidentale.
Ali Pasha (1744 - 1822) nacque a Tepeleni, nell'Albania del sud, e sviluppò uno stato quasi indipendente che includeva oltre alla sua regione di origine quasi tutto l'Epiro e che riuscì ad estendere il suo dominio fino al Peloponneso, pur rimanendo formalmente un governatore dell'Impero Ottomano. Il suo governo fu tirannico ma esente da pregiudizi religiosi. I racconti fatti da parte dei viaggiatori Europei desiderosi di conoscerlo forniscono molte informazioni sulla vita e sulla bellezza di Giannina (Ioanina), la capitale del suo "stato".
Quattro consolati delle grandi potenze di allora (Francia, Inghilterra, Russia ed Austria) furono aperti a Giannina. La Gran Bretagna per opporsi all’influenza della Russia, decise di vendere Parga ad Ali Pasha.
Dopo aver appreso della cessione, gli abitanti, senza eccezione, decisero di andarsene. Il Venerdì Santo del 1819, al suono delle campane, i Pargioti dissotterrarono le ossa dei loro morti, le bruciarono e ne portarono le ceneri insieme alle icone sante a Corfù. Le truppe di Ali entrarono in una città dove trovarono solamente solitudine e silenzio.
Anche se l'evento non era così raro nella regione (molti Cretesi aveva lasciato la loro isola e cercato rifugio su altre isole sotto il dominio Veneziano o in Italia) si trasformò in un simbolo del cinismo con cui le grandi potenze agivano e fu l’argomento di discorsi, poesie e dipinti, in tal modo esercitando una pressione per un intervento a favore del popolo greco.
Da "I profughi di Parga" di Ippolito Pindemonte:
(...) Squilla in Parga l´annunzio d´un bando:
posti a prezzo dall´Anglo noi siamo,
come schiavi acquistati col brando.
Vano è il pianger, schernito è il richiamo:
già il vegliardo dell´empia Giannina
co´ suoi mille avanzarsi veggiamo;
(...)Un sol voto di mezzo all´affanno,
un sol grido fu il grido di tutti:
- No, per Dio! non si serva al tiranno. -
Quindi al crudo paraggio condutti,
preferimmo l´esiglio.


Ruined buildings inside the fortress
Edifici nella parte più alta della fortezza

Dopo l'acquisizione di Parga, Ali Pasha costruì una cittadella alla sommità della collina; essa includeva un palazzo con un piccolo bagno turco, oltre a fortificazioni e cisterne sotterranee. Egli ripopolò la cittadina con elementi musulmani i cui discendenti però dovettero a loro volta abbandonare Parga nell'ambito degli scambi di popolazione concordati tra Grecia e Turchia nel 1924.

View from the fortress
L'isoletta che chiude il porto di Parga vista dalla fortezza